×

Lo uccide Tosca: ecco la fine di Scarpia nell’opera di Puccini

Puccini

La Tosca è un’opera lirica di Giacomo Puccini. La medesima è stata ambientata a Roma, il 14 giugno 1800, data della battaglia di Marengo, combattuta tra le truppe francesi, guidate da Napoleone Bonaparte, e l’esercito austriaco. L’atmosfera è tesa a causa della caduta della prima Repubblica Romana e delle rappresaglie contro gli ex repubblicani, bonapartisti.

I personaggi e le loro storie

La Tosca è l’opera più drammatica di Puccini. Infatti, quest’ultimo si sofferma di più sulle storie dei personaggi che sugli eventi storici, mostrando come si intrecceranno tra loro con una fine, inevitabilmente, tragica.

L’opera inizia con la fuga di Angelotti, bonapartista ed ex console della Repubblica Romana, dalle prigioni di Castel Sant’Angelo. Egli si dirige nella Basilica di Sant’Andrea della Valle dove lo attende sua sorella, la marchesa Attavanti, la quale ha pensato di travestire il fuggitivo da donna affinché possa scappare senza attirare attenzione.

Ma in chiesa sono presenti sia il sagrestano sia il cavalier Mario Cavaradossi, il quale sta lavorando sul dipinto della Maddalena.
Il pittore e Angelotti si conoscono da tempo e condividono la stessa fede politica; infatti, dopo l’uscita di scena del sagrestano, Cavaradossi si accorge dell’amico e decide di aiutarlo, proponendogli di recarsi nella sua villa in periferia.

Nel mentre arriva la protagonista, Floria Tosca, amante del pittore.

Angelotti è costretto a nascondersi, perché Mario non vuole coinvolgere l’amata a causa della sua forte fede,  e, al contempo, assiste alla scenata di gelosia tra i due amanti in quanto Tosca nota una somiglianza tra la Maddalena raffigurata nel quadro e il volto della marchesa Attavanti, la quale era stata ritratta inconsapevolmente.
Nonostante tale imprevisto, il pittore riesce a calmare Tosca e a farla andar via.
Dopo il colpo di cannone che annuncia la fuga del detenuto, i due amici fuggono insieme, lasciando il ventaglio nella cappella.

A questo punto sopraggiunge Scarpia, antagonista e capo della polizia papalina, il quale crede che il pittore abbia aiutato l’evaso, visto che sono entrambi bonapartisti. Vedendo tornare Tosca, decide di sfruttare la sua gelosia grazie al ventaglio affinché lei lo possa condurre alla villa di Cavaradossi.

Con la fine del primo atto è possibile non solo individuare quali siano i personaggi principali della storia, ossia Angelotti, Cavaradossi, Scarpia e Tosca, ma notare anche come le loro storie si legano casualmente tra loro.

Il secondo atto inizia con i festeggiamenti a Palazzo Farnese in quanto si crede, erroneamente, che gli austriaci abbiano vinto la battaglia di Marengo.

Nel mentre, Tosca dirige, inconsapevolmente, la polizia dal pittore dove quest’ultimo sarà catturato e torturato per conoscere il nascondiglio dell’evaso.
A questo punto Scarpia decide di sfruttare, di nuovo, il sentimento della protagonista, facendole sentire le urla di dolore di Cavaradossi. Così facendo, il capo della polizia scopre dov’è nascosto il detenuto il quale si è tolto la vita, prima del suo arrivo.

Tosca chiede a Scarpia di liberare il suo amato il quale è stato condannato a morte.
Ma il capo della polizia propone alla donna un’offerta: se lei si fosse concessa a lui, avrebbe simulato la morte di Cavaradossi utilizzando fucili caricati a salve.
Tosca, suo malgrado, è costretta ad accettare, ma all’improvviso colpisce a morte con un coltello Scarpia e prende il salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungere Civitavecchia.

Nel terzo e ultimo atto, la donna riesce a raggiungere finalmente il pittore e gli spiega che la fucilazione non sarà vera, così potranno scappare via. Cavaradossi, però, muore fucilato e Tosca, inseguita dalla polizia per la morte di Scarpia, decide di buttarsi dagli spalti del castello.Così la protagonista, pur avendo ucciso l’antagonista, è stata a sua volta uccisa, metaforicamente, da lui stesso in quanto ha creduto alle sue parole.

Le origini della Tosca

Quando Puccini vide a Milano, nel 1889, la rappresentazione dell’omonima opera di Victorien Sardou, se ne innamorò e decise di parlarne con l’editore Giulio Ricordi. Inizialmente, l’opera venne affidata ad un altro compositore, Alberto Franchetti, il quale rinunciò all’incarico pochi mesi dopo.

Nel 1895 Ricordi commissionò il lavoro a Puccini, il quale volle snellire l’opera francese, da cinque a tre atti, dando maggiore importanza al triangolo amoroso tra Scarpia, Tosca e Cavaradossi. Mentre Giuseppe Giacosa e Luigi Illica si occuparono della stesura del libretto. Nel 1899 l’opera fu completata e la sua prima rappresentazione si svolse a Roma, precisamente al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900.

Puoi leggere anche: