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Professione infermiere: come formarsi al meglio

L’infermiere rientra tra le 30 professioni sanitarie riconosciute e per le quali è prevista l’iscrizione obbligatoria agli ordini professionali. In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, sembrano essere oltre 1.200.000 i professionisti che operano nel mondo della salute e la richiesta di specialisti è crescente, soprattutto a seguito delle nuove esigenze post-pandemia.

Con la legge n. 251 del 2000, inoltre, è stata concessa l’autonomia alla professione infermieristica, riconoscendo la responsabilità della professione di infermiere e la necessità di avere specifiche competenze in base al ruolo svolto e alle evoluzioni tecnico-scientifiche del settore.

Diventare infermiere, quindi, richiede oltre alla formazione base e all’iscrizione all’albo, anche un’attenzione continua agli aggiornamenti e alla specializzazione, per essere sempre eccellenti nell’offrire le cure e l’assistenza.

Professione infermiere: la formazione accademica

Per diventare infermiere è necessaria la Laurea in Infermieristica che ha una durata triennale. Per accedere al corso di laurea è necessario superare un test di ingresso perché, come tutte le professioni sanitarie, il numero è stabilito di anno in anno dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che indica mediante bando anche la data a livello nazionale durante la quale si svolgeranno le prove.

I quesiti delle prove restano, invece, ad appannaggio dei singoli atenei. La prova si tiene solitamente a settembre. Ci sono anche le Università private che propongono date differenti per le prove. Durante il triennio, gli aspiranti infermieri sono obbligati a svolgere un tirocinio professionale per mettere in pratica gli insegnamenti del piano di studi e acquisire dimestichezza con la professione.

Dopo aver conseguito tutti gli esami e completato il tirocinio, il percorso universitario si chiude con la prova d’esame che ha valore di Esame di Stato e consente l’iscrizione all’Albo Professionale, l’unica strada che permette al professionista di lavorare nelle strutture sanitarie.

Professione infermiere: i corsi post-laurea

Dopo la laurea, l’infermiere può decidere di procedere con il percorso accademico conseguendo la laurea specialistica e poi il dottorato. Per perfezionare, invece, le competenze può frequentare un corso post-laurea o un master.

Considerando che oggi il ruolo dell’infermiere ha una responsabilità diversa rispetto al passato e che la gestione del team di infermieri richiede competenze specifiche, uno dei percorsi più consigliati dopo la laurea sembra essere il master incentrato sul coordinamento infermieristico, che consente di acquisire delle conoscenze di tipo manageriale per organizzare e gestire il lavoro dell’equipe infermieristica negli ospedali e nelle strutture sanitarie private.

Se si decide di frequentare un master quando già si lavora, è possibile iscriversi anche ad un percorso online grazie alle università telematiche come Unicusano.

Gli sbocchi lavorativi per la professione infermieristica

L’infermiere opera in tutti i contesti sanitari, dagli ospedali alle cliniche private alle RSA. Il ruolo cambia in base alla specializzazione. Può lavorare sia in maniera indipendente sia in squadra, con altri infermieri e medici. Dal punto di vista contrattuale può essere assunto dalla Pubblica Amministrazione, nello specifico nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale o come dipendente in aziende private e cooperative.

Può, inoltre, scegliere di diventare anche libero professionista e lavorare con Partita IVA. Lo stipendio varia a seconda del tipo di attività, del tipo di azienda e in base all’anzianità lavorativa. Un infermiere ad inizio carriera può guadagnare tra i 1.200 e i 1.700 euro al mese.

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