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Cosa cura l’osteopatia? Quali sono i limiti della sua pratica?

L’osteopatia rientra nella medicina non convenzionale, sebbene la sua valenza sia stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Salute. Grazie a un’attenta valutazione dei sintomi, l’osteopatia si occupa della messa in atto di diverse tecniche, puntando sull’equilibrio tra mente e corpo. L’innovazione di questo nuovo modo di concepire la guarigione è tra i punti più interessanti dell’osteopatia.

Osteopatia: equilibrio tra corpo e mente e spirito

L’osteopatia si fonda sulla convinzione che la guarigione avvenga mediante un equilibrio mentale, che il soggetto deve raggiungere per assicurarsi la scomparsa dei sintomi fisici. Tale concezione prevede l’impiego di alcune tecniche, mentre rinnega l’utilizzo di qualsiasi farmaco.

Tramite dei movimenti ben precisi, l’osteopata punta a riequilibrare l’organismo, generando nell’individuo sottoposto a seduta, un naturale processo di autoguarigione. Le tecniche su cui si fonda l’osteopatia prevedono la manipolazione dei tessuti, col fine di favorire il naturale processo di guarigione.

L’osteopatia è una pratica che non conosce età, poiché può adattarsi a diverse persone. In particolare, le sue tecniche risultano particolarmente efficaci in caso di disturbi come:

  • Artrosi
  • Sciatalgie
  • Cefalee
  • Nevralgie
  • Disturbi digestivi
  • Otiti
  • Sinusiti
  • Lombalgie

I trattamenti sono effettuati da un professionista che sa come manipolare le zone del corpo, mettendo in atto delle tecniche ben precise. Massaggiare i tessuti può far ottenere i risultati sperati. Per questa ragione, l’osteopatia si rivela un buon metodo per la soluzione di diverse problematiche, tra cui quelle che investono i muscoli e le articolazioni. Altre tecniche, invece, mirano a ristabilire la vitalità cellulare di un organo e a ristabilirne il corretto funzionamento.

Osteopatia: i limiti di questo approccio

L’osteopatia è un approccio complementare a quello della medicina classica, un trattamento che si fonda sulla manipolazione, sviluppato verso la fine dell’Ottocento, per poi prendere sempre più piede, arrivando ad affiancare anche la medicina tradizionale.

La concezione dell’uomo come unità composta da tre dimensioni indissolubili: corpo, mente e spirito, richiama l’attenzione non solo verso il sintomo, ma anche verso le cause che hanno portato all’insorgere del problema.

I limiti di questo approccio alternativo, tuttavia, sono da riscontrarsi per quelle situazioni in cui non basta affidarsi a delle tecniche manipolative. E’ il caso, ad esempio, di:

  • Pazienti che richiedono una riabilitazione mirata in seguito a un intervento chirurgico
  • Pazienti con patologie a uno stato acuto
  • Pazienti con quadri clinici urgenti

L’osteopatia, riconosciuta anche in Italia come una professione sanitaria, grazie alla legge n° 3 dell’11 gennaio del 2018, deve essere considerata una disciplina con valenza scientifica riconosciuta.

Un professionista osteopata infatti può mediante tecniche manipolative, riuscire a risolvere molte problematiche in pazienti che hanno sviluppato sintomi particolari. Tuttavia, in caso di malattie croniche o interventi chirurgici, è opportuno affidarsi alla medicina classica e mirare a trattamenti farmacologici che possano aiutare il paziente nella gestione della situazione problematica.

E’ in questo caso, quindi, che si mostrano i limiti dell’osteopatia, una disciplina che in ogni caso risulta essere molto affascinante, poiché punta sulla natura indissolubile dell’uomo, un essere che per stare bene deve avere una completa armonia tra mente, corpo e spirito. Solo così, infatti, può mirare alla scomparsa dei sintomi.

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